Lettori fissi

giovedì 20 dicembre 2012


Piccolo Albero di Natale
 

C’era una volta un piccolo albero di Natale che, quando parlava con mamma albero di Natale e papà albero di Natale,non vedeva l’ora di poter mettersi addosso le palline colorate, i festoni argentati e le lampadine. Sognava ogni notte il suo momento, entrare nel salotto buono, gustarsi i sorrisi gli auguri in famiglia, lasciarsi sfuggire una lacrima di resina dalla contentezza.
E venne finalmente il giorno del piccolo albero di Natale. Venne scelto quasi per caso tra tanti amici alberi di Natale anche loro. Pensava: "Adesso è venuto il mio momento, adesso sono diventato grande". Il viaggio fu lungo, incappucciato di stoffa bagnata per non perdere il verde luminoso dei rami ancora giovani. Tornata la luce, il piccolo albero di Natale si trovò nella casa di una famiglia povera. Niente palline, niente festoni, solo il suo verde scintillante faceva la felicità dei bambini che lo stavano a guardare con gli occhi all’insù, affascinati.
Era il loro primo albero di Natale. Subito fu deluso, sperava di poter dominare una sala ricca di regali e di addobbi eleganti.

Ma passarono i giorni e si abituò a quella casa povera ma ricca di amore. Nessuno aveva l’ardire di toccarlo. Venne la sera di Natale e furono pochi i regali ai suoi piedi ma tanti i sorrisi di gioia dei bambini che per giorni erano rimasti a guardarli sotto il suo sguardo severo per cercare di indovinare che cosa ci fosse dentro. Venne il pranzo di Natale, niente di speciale. Venne Capodanno,con un brindisi discreto, ma auguri sinceri. E venne anche l’Epifania e il momento di andare via.
Questa volta non lo incappucciarono. Lo tolsero dal vaso, gli bagnarono le radici e tutta la famiglia lo accompagnò verso il bosco. Era felice di ritornare con mamma albero di Natale e papà albero di Natale. Passando per la strada vide tanti suoi amici, ancora con le palline colorate e i fili d’oro e d’argento, che lo salutavano. Ma c’era qualcosa di strano, erano tutti nei cassonetti della spazzatura, ricchi e sventurati, piangevano anche loro resina, ma non per la contentezza.
Chissà dove sarebbero finiti!

Ora il piccolo albero di Natale è diventato un abete grande e possente, ha visto tanti figli andare in vacanza per le feste. Qualcuno è ritornato, sano o con un ramo spezzato. Lui guarda da lontano la città dove i bambini del suo Natale lo hanno amato e rispettato. Perché è un albero di Natale, albero di Natale tutto l’anno, perché Natale non vuol dire essere buoni e bravi solo il 25 dicembre, perché Natale può essere ogni giorno. Basta volerlo come quel piccolo albero di Natale che ci tiene compagnia sulla montagna, anche se lontano, anche se non lo vediamo.

E c’era una volta e c’è ancora oggi, un albero di Natale. Sempre diverso e sempre uguale, quasi un caro amico di famiglia che si presenta ogni anno per le vacanze, le sue vacanze,
da Santa Lucia all’Epifania. Grande, piccolo, verde o dorato, testimone di ogni Natale,
un amico con il quale aspettare l’apertura dei regali e l’occasione buona per scambiarsi gli auguri, per fare la pace, per dirsi anche una parola d’amore. E tutti vogliamo bene all’albero di Natale, ogni anno disposti ad arricchire il suo abbigliamento con nuove palline colorate, un puntale illuminato e addobbi d’oro e d’argento. È cresciuto con noi, cambiato ogni anno, sempre più bello agli occhi di chi guarda, occhi di bambino, ma anche occhi di adulto che vuole tornare bambino.
Per quei giorni di festa è lui a fare la guardia al focolare, a salutare quando si rientra a casa, a tenere compagnia a chi è solo. Una presenza che conforta, non solo nell’anima. È meglio se l’albero è di quelli con le radici, pronto a dismettere l’albero della festa e a compiere il suo dovere in mezzo ai boschi, a diventare grande, libero e felice.
.·:*¨¨*:·.Giulio Gavino.·:*¨¨*:·.



giovedì 13 dicembre 2012

Spazzacamini in Valle Vigezzo


Valle Vigezzo per festeggiare gli spazzacamini di tutto il mondo


 
 
 
 
 


Arrivano da tutto il mondo, ogni anno la prima domenica di settembre, in Valle Vigezzo per festeggiare e ricordare una professione antica e del tutto particolare: lo spazzacamino. Ogni anno Malesco e Santa Maria Maggiore ospitano tra le loro vie e nelle piazze piu di 1200 spazzacamini provenienti da ben 14 paesi europei, senza dimenticare i numerosi gruppi provenienti dal Nuovo Continente.

Dal 31 agosto al 3 settembre, quattro giorni di festeggiamenti tra musica, canti, danze e sfilate I festeggiamenti iniziano davanti al Museo dello Spazzacamino di Santa Maria Maggiore. Nei giorni successivi gli spazzacamini, in abiti tradizionali, sfileranno prima tra le vie di Malesco, dove si esibiranno nella pulitura dei camini, per spostarsi poi tra le strade di Santa Maria e di nuovo a Villa Antonia, sede del Museo dello Spazzacamino.

La festa si chiude con la grande sfilata, un corteo di più di 800 spazzacamini che attraversano il paese vigezzino creando un' atmosfera d'altri tempi. Caratteristico è il ritrovo al Museo dove le delegazioni provenienti da tutto il mondo donano oggetti da esporre per fare in modo che la storia di questo lavoro rimanga sempre viva nella memoria.

martedì 4 dicembre 2012

FRASEGGIANDO


FRASEGGIANDO - giochino di fantasia

Il gioco consiste nel comporre una frase interpretando il significato delle immagini.
ES: il dado in questo caso potrebbe rappresentare anche bisca, gioco d'azzardo o qualunque significato vi venga in mente.

ESEMPIO
Reduce da una serata con gli amici perse ai dadi, scontento di ogni cosa poltriva sul divano pur sapendo che avrebbe dovuto riparare la falciatrice e tagliare il prato, ma il tempo era sfavorevole quel giorno, minacciava tempesta e in un certo senso si sentiva autorizzato a non fare assolutamente nulla e sognare abbondanti grigliate di pesce fantasticando.


domenica 2 dicembre 2012

Sculture di Knaresborough

Sculture di Knaresborough



Tre misteriose sculture intagliate nel legno sono state scoperte nella cittadina di Knaresborough nel nord dello Yorkshire. Piccoli capolavori il cui autore resta per ora sconosciuto, tanto che si parla di nuovo Banksy. Quel che è certo è che le opere sono davvero meravigliose


venerdì 23 novembre 2012


Stereogrammi

 
 


Esistono due tecniche particolari che permettono la stereovisione:

La tecnica in parallelo (richiede la messa in parallelo dell'occhio destro con quello sinistro, quindi e' come se guardassi qualcosa in lontananza): il punto di messa a fuoco deve essere oltre, ma non troppo, il piano contenente lo stereogramma. ad esempio: metti a fuoco un oggetto a circa 1 - 2 metri di distanza; interponi tra l'oggetto e i tuoi occhi uno stereogramma muovendolo avanti e indietro lentamente in modo tale da trovare la posizione in cui dall'immagine sfuocata "esce", "si sprigiona" l'immagine tridimensionale.

Ricordati: .. non cercare di mettere a fuoco il monitor o il foglio; ... aspetta ...; a tal punto l'immagine sara' perfettamente a fuoco. a volte l'immagine appare poco per volta, a volte improvvisamante. La sensazione, comunque, è stupenda.

La tecnica incrociata (richiede l'incrocio degli occhi): interponi un dito o una penna tra l'immagine e gli occhi. mantenendo cosi' gli occhi, sposta la tua attenzione - ma non la messa a fuoco - sulla immagine. poi regola gradualmente la distanza tra dito e immagine. al raggiungimento della posizione corretta attendi ... aspetta ... apparira' l'immagine tridimensionale.

venerdì 16 novembre 2012

Italia di alberi a Castelluccio


Castelluccio -  frazione del comune di Norcia (PG) in Umbria.

 


Il paese si trova a circa 28 km da Norcia, raggiungibile attraverso una strada panoramica, posto in cima ad una colle che si eleva sull'omonimo altopiano (Piani di Castelluccio) tra i più vasti dell'Italia centrale ed inserito nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini.

Il paese che è diventato famoso per la fioritura che ogni primavera richiama un gran numero di visitatori nella zona.

E' un posto dove favole, leggende, tradizioni e realtà si fondono con la natura in una suggestione unica e irripetibile, si può godere dello stupendo spettacolo quasi lunare e l'emozione è grande nell'ammirare Italia di alberi a Castelluccio, una curiosità che merita d’essere segnalata.

Si tratta di un boschetto, visibile dai prati, piantato in modo da riprodurre l’immagine inconfondibile della nostra bella Italia.

lunedì 12 novembre 2012

Statua di Franz Kafka


Statua di bronzo di Franz Kafka - PRAGA -

 



Statua realizzata dallo scultore ceco Jaroslav Róna ed inaugurata nel 2003, alta circa quattro metri e pesa 700 chili. È situata proprio sulla porta della sinagoga spagnola. È lo stile che ci si aspetta da qualcosa di Kafka: sconvolgente, complicato, ma profondamente umano e teso alla ricerca di comprensione e conforto.

L'immagine riproduce un cappotto gigante, vuoto, sulle cui spalle è seduto il celebre scrittore

ceco. Il cappotto indica il padre, con cui Kafka faceva fatica a confrontarsi. Si tratta di una
rappresentazione fuori dalla realtà, assurda, "kafkiana" appunto.

mercoledì 31 ottobre 2012

Castello di Bran -Romania-


Castello di Bran -Romania-

 
 
 
 


Il Castello di Bran (Törzburg in Lingua tedesca e Törcsvár in Lingua ungherese), presso il villaggio di Bran (vicino Brasov) è un monumento nazionale della Romania. La fortezza sorge sull'antico confine tra la Transilvania e la Valacchia.

Il Castello di Bran ha ispirato la descrizione del castello di Dracula nel romanzo di Bram Stoker, ma non è il vero maniero storicamente appartenuto al voivoda (principe) Vlad III di Valacchia. Il vero Castello Dracula è l'ormai distrutto Castello di Poenari.

Leggenda:
 Il “vampiro dei Carpazi” più comunemente conosciuto come “Dracula”, è nato da un mito, da una immagine che è stata mediatizzata dal 1488 con “Le favole tedesche di Dracula voivoda” apparsa a Norimberga e illustrata da xilografie. Questa esagerazione del personaggio è merito degli ecclesiastici appartenenti all’ordine dei benedettini, cappuccini e altre, i quali si sono rifiutati al subordinamento per le leggi dello stato imposte dal grande principe. Il monaco Iacob, autore del manoscritto trovato nel 1462 nel monastero di San Galin in Svizzera, sembra questo il più vecchio documento sulla campagna anti-dracula.

Dalla fusione di favole tedesche e folclore, Vlad Tepes-Dracula, è divenuto il più famoso personaggio della Transilvania del XV secolo.

L’irlandese Bram Stoker (1847-1912) ha usato diverse informazioni sulle risorse locali della Transilvania e anche inglese per creare il suo romanzo “Dracula”, il primo vampiro della storia della letteratura con il libro “Del Principe di Valacchia e Moldavia” (1820) dove veniva fatta menzione del principe Dracula e della sua lotta contro i turchi. Quello che era importante per Stoker (sopra al nome c’era la nota dell’autore) il quale precisa che “Dracula” significa in romeno “il diavolo”, benché avesse avuto l’intenzione nominare il personaggio “Il conte Vampire”, il nome di Dracula era piu adatto.
 Nella cinematografia Dracula e la Transilvania luogo dove sorge il misterioso castello con i vampiri nel bel mezzo di una fitta e buia foresta, è diventato il set di oltre 750 produzioni tra film e documentari. Quello più famoso, realizzato dal regista Francisc Ford Coppola “Dracula”, (1992) ha realizzato un vero e proprio capolavoro, destinato a vincere il tempo e la conoscenza universale.
 Le leggende hanno ristabilito la verita su Vlad Tepes ed è citato, nel libri storici, come un personaggio corretto, giustiziere, il principe del quale, nel periodo del suo regno, potevi bere acqua dalla fontana della fortezza Targoviste, con un coppa d’oro massiccio senza avere il timore che potesse essere rubata, cosi come confermano gli storici rumeni.

martedì 30 ottobre 2012

Monumento del Leone - Lucerna

Monumento del Leone  - Lucerna -

 


Il Monumento del Leone (Löwendenkmal in lingua tedesca), o il Leone di Lucerna, è una scultura a Lucerna, Svizzera, progettato da Bertel Thorvaldsen e realizzata nella pietra da Lukas Ahorn nel biennio 1820-1821. Commemora il sacrificio delle Guardie Svizzere massacrate nel 1792, durante i torbidi della Rivoluzione Francese, quando i rivoluzionari presero d'assalto il Palazzo delle Tuileries a Parigi, Francia (v. Giornata del 10 agosto 1792). Lo scrittore statunitense Mark Twain (1835-1910) ha elogiato la scultura del leone ferito a morte, come "il pezzo di pietra più triste e comovente del mondo.

mercoledì 24 ottobre 2012

Panama: il mistero della valle degli alberi quadrati


Panama: il mistero della valle degli alberi quadrati

 
 
 

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El Valle de Anton è noto tra gli abitanti di Panama e tra i turisti come valle degli alberi
quadrati. I tronchi che crescono in quell’area, infatti, hanno quattro spigoli, anziché la classica
forma cilindrica. Il curioso fenomeno è noto tra esperti e appassionati di tutto il mondo, ma
nessuno ne è ancora riuscito a dare una spiegazione.
Ora un’equipe dell’Università della Florida ha stabilito che la particolare silhouette dei fusti è dovuta alle speciali condizioni dell’ecosistema della valle. Se gli stessi semi crescessero altrove, dicono gli scienziati, avrebbero una forma diversa.
Rimane però ancora da scoprire quali sono gli elementi specifici che determinano questo piccolo prodigio.

mercoledì 17 ottobre 2012

Festa dei Limoni - Mentone

la Festa dei Limoni di Mentone è senza dubbio uno degli appuntamenti più importanti del panorama francese, in grado di portare in Costa Azzurra circa 200mila visitatori nel periodo di Carnevale. La sua origine si attribuisce ad una leggenda, secondo cui, prima di abbandonare l’Eden, Adamo ed Eva presero con loro un “frutto d’oro” e, dopo un lungo girovagare, approdarono nella Baia di Garavan, un luogo splendido e molto simile al paradiso, dove la coppia decise di seppellire il frutto. Da allora nacquero i limoni a Mentone, oltre alla celebre festa che annualmente rende loro omaggio.

sabato 13 ottobre 2012

Il paese dei murales di Pinocchio


Vernante (Piemonte). Visita al paese dei murales di Pinocchio




Torrenti che danno vita a cascate gorgoglianti, laghi che riflettono un cielo mutevole, una flora fittissima e una fauna curiosa, formata da lupi, marmotte, lepri e ermellini. È questo lo scenario che circonda Vernante, piccolo comune piemontese inserito nel Parco delle Alpi Marittime: tra bellezze naturali e timide testimonianze storico-artistiche, semplici e discrete ma di grande pregio, il paese in provincia di Cuneo è un paradiso che per chi cerca pace e relax, e per chi ha voglia di scoprire le tradizioni dei 1300 abitanti attuali. Inoltre Vernante è il ‘paese di Pinocchio’: non si tratta del famoso ‘paese dei balocchi’, ma del borgo che ha ospitato un noto disegnatore dell’amato burattino.

martedì 9 ottobre 2012

Il Basilisco di Malesco


Il Basilisco di Malesco
La fontana del Basilisco in piazza della Chiesa a Malesco (VB)




La leggenda del Basilisco di Malesco
  
 Da tempi immemorabili, in svariate località alpine, si racconta di

avvistamenti misteriosi riguardanti un rettile, non ben identificato,
dalle proprietà ipnotiche, che semina il terrore tra gli escursionisti
che si addentrano nelle numerose aree alpine ancor oggi incontaminate.
Svizzera, Austria, Italia, hanno fornito nei secoli numerose
testimonianze, favorendo il sorgere di una leggenda tramandata di
generazione in generazione: ancor oggi trova sporadiche segnalazioni fra
gli abitanti della Val Vigezzo, vicino al Parco Naturale della Val Grande
e in particolare tra gli abitanti di Malesco, in provincia di Verbania.
D'altronde la montagna è sempre stata vista nel passato come una sorta di
mostro sacro, una divinità da venerare e da rispettare ricca di diavoli,
draghi e creature malefiche sempre pronte a difendere le zone più
irraggiungibili, impervie e intatte nella loro selvaggia bellezza.

sabato 6 ottobre 2012

Monumento - Tarascon







Monumento - Tarascon

Tarascona (in francese Tarascon) è un comune francese di 13.293 abitanti
situato nel dipartimento delle Bocche del Rodano della regione della
Provenza-Alpi-Costa Azzurra. La città fu con ogni probabilità fondata dai
Greci di Marsiglia.

Lo scrittore Alphonse Daudet vi ha ambientato i suoi tre romanzi

Tartarino di Tarascona (1872), Tartarino sulle Alpi (1885) e Porto
Tarascona (1890).
Secondo la leggenda, Marta di Betania, assieme a sua sorella Maria di
Betania, raggiunse le coste provenzali nel 48, in seguito alle
persecuzioni in patria. Più precisamente approdarono nella zona della
Camargue, una palude alle bocche del Rodano. Oggi in quel punto vi è il
paese di Saintes-Maries-de-la-Mer.

Qui la zona era infestata dalla tarrasque, un mostro che, uscendo dalla

sua tana situata nel letto del fiume Rodano, devastava le campagne. Venne
ammansito da Santa Marta a colpi di preghiere: ad ogni preghiera il
mostro diventava sempre più piccolo.

Quando arrivò a dimensioni tali da risultare innocuo, Marta lo condusse

nella città di Tarascona. Qui però i cittadini terrorizzati uccisero la
creatura. Ancora oggi l'uccisione della tarasque è celebrata a Tarascona
l'ultima domenica di giugno.

la Tarasque: davvero un bel mostro, una sorta di tartarugone

iguaneggiante dal muso un po’ incazzato un po’ terrorizzante.

PANAMA Vol. 2/2

http://www.ipernity.com/doc/jadzia/13509103

domenica 30 settembre 2012

SAN PIETRO NELLA BARCA



LA BARCA DI SAN PIETRO.

Consiste nell’usanza di porre, nella notte fra il 28 e il 29 giugno (festività dei santi Pietro e Paolo),
un contenitore di vetro riempito d’acqua su un prato e nel far colare nell’acqua un albume d’uovo.


Al mattino seguente si dovrebbero trovare nell’acqua delle strutture, formate dall’albume, che ricordano le vele di una nave.

In considerazione di come apparivano le “vele” si poteva trarre buono o cattivo auspico di come sarebbe stata l’annata agraria.

Il Santo, passando, avrebbe soffiato nel fiasco facendo apparire la sua barca.
Al mattino i bambini correvano a prendere il contenitore dove l’albume si era disposto
formando la chiglia, gli alberi maestri, e le vele.


Certo, ce ne vuole di fantasia, ma i più piccoli si immaginavano le funi, le onde e persino
il vento che gonfiava le vele; c’è chi civedeva addirittura il Santo arrampicato sul pennone dell’albero più alto, impegnato a scrutare l’orizzonte!

domenica 23 settembre 2012

Mondo fatato - Muro torto


Muro Torto




E’ difficile al giorno d'oggi, con il traffico angoscioso che tutti noi conosciamo, immaginare il Muro Torto, ovvero il tratto che partendo da Piazza del Popolo porta a Pincio, come era fino a solo duecento anni fa, ossia limite fra la città e la campagna. Eppure, con uno sforzo di fantasia e portandosi in zona in una notte senza luna e non prima delle due o tre del mattino, si può ritornare a quei tempi lontani, quando le mura avevano "appena" tre secoli di vita (contro i millesettecento e rotti anni che contano oggi) e i barbari rappresentavano il più grande pericolo per Roma. Siamo nel 536 d.C. e quel tratto di mura, che ancora oggi si chiama torto e all'epoca con un ancora più chiaro "ruptus", minacciava da anni di franare, ma nessuno - pur essendo la città assediata dai Goti di Totila - lo riparava in quanto era comune convinzione che fosse sotto la protezione personale e diretta dell'apostolo Pietro.
Qualunque fosse la verità, una cosa certa: né allora né mai, nel corso della plurimillenaria esistenza di Roma, un nemico è entrato in città dalla parte del muro "ruptus" o "torto" e già questo non è forse un miracolo?
E i fantasmi? Ci sono e sono anche strettamente legati alla storia che vi ho appena narrato, anzi ne rappresentano l'altra faccia. Infatti per molti secoli, fino ad un passato relativamente recente, ai piedi del muro torto venivano seppelliti i corpi di coloro che non erano giudicati degni di riposare in terra consacrata (ossia prostitute, delinquenti, sospette streghe), quindi la zona era ed ancora sarebbe infestati dalle anime di defunti insoddisfatti e in attesa di una sepoltura cristiana e i loro lamenti, secondo alcuni, più che la protezione dell'Apostolo, furono il vero motivo per cui nessuno (fosse anche il barbaro e superstizioso nemico) si sia mai avvicinato troppo a quel tratto di mura.
Ai piedi del Muro Torto furono sepolti i corpi di Targhini e Montanari, i due carbonari giustiziati (boia Mastro Titta) sotto Leone XII, il 23 novembre 1825. Una notte, una donna fu trovata svenuta per la paura: stava pregando le anime dei due giustiziati di darle un terno sicuro, quando aveva sentito un rumore alle spalle; voltatasi, aveva visto le ombre di Targhini e Montanari venirle incontro con la testa in mano.

Mondo fatato - San pietro in Vincoli


 

Piazza San Pietro in Vincoli


In una fredda notte d'inverno di alcuni anni fa ad un nottambulo capitò di vivere un'esperienza a dir poco inquietante: stava per imboccare la salita di S. Francesco di Paola, accanto a piazza San Pietro in Vincoli, quando gli sembrò di sentire un lamento provenire dalla piazza davanti a sé, poi silenzio.
Era appena entrata nella via, quando, questa volta alle spalle, sentì senza ombra di dubbio il rumore di un carro che si avvicinava a tutta velocità. Istintivamente si scansò, ma, benché il fragore lo superasse per svanire in fondo alla via, non vide assolutamente nulla.
Ma non era ancora finita: di nuovo udì, proveniente sempre dal centro della strada, il lamento di prima e poi, finalmente, tornò, profondo, il silenzio.
A questo punto, chiunque se ne sarebbe andato in tutta fretta, ma non così fece il nostro nottambulo, il quale si avvicinò al luogo da dove era venuto il lamento e non vide nulla, solo una grande pozza d'acqua, in cui inavvertitamente mise i piedi. Tornato a casa, nel levarsi le scarpe, le vide tutte sporche di sangue.
Una possibile spiegazione: Via San Francesco di Paola corrisponde al Vicus scelestus (Vicolo scellerato), di epoca romana. La tradizione racconta che in quel luogo la moglie di Tarquinio il Superbo, Tullia, vide riverso in terra il corpo del padre, Servio Tullio, appena ucciso dal marito e in segno di odio e disprezzo, non placa di essere stata l'istigatrice della sua morte, lo travolse anche con il suo carro, sporcando le ruote e le vesti del sangue paterno.

BICERIN - liquore al cioccolato


BICERIN (liquore al cioccolato tipico di Torino)




Ingredienti

 250 g cacao amaro in polvere
850 g zucchero
2 litri latte intero
150 g cioccolato fondente o gianduia in tavoletta
mezzo litro alcool



Mescolare senza fare grumi il latte col cacao e lo zucchero.
Far scaldare aggiungendo la tavoletta di cioccolato spezzettata e, sempre mescolando, portate a ebollizione e far bollire per 15 minuti.
Far raffreddare e unire l’alcool.
Imbottigliare possibilmente in bottiglie scure.
Conservare al fresco, ma non in frigo sennò il liquore si rassoda e non esce dalla bottiglia.

Buffalo chicken wings

 




Buffalo chicken wings (alette di pollo infarinate e fritte)


in america siccome le alette sono gli scarti dei polletti allo spiedo e sono piccine, si usa friggerle infarinate e poi venderle in grandi secchi che sembrano quelli della pittura murale; ma siccome siamo in italia comprate delle alette piuttosto corpose, fatele cuocere reletivamente allo scopo di togliere la pelle (se si vuole) passatele in un trito di erbe varie, aglio/olio/peperoncino e poi infarinatele.
Padellone con olio caldissimo e via col fritto, appena croccanti togliere col ragno dalla padella - alternativa impanare con corn flakes frantumati.


Alette di pollo con parmigiano e senape
Preparazione
Bruciate le alette per eliminare i residui di penne; lavatele e
asciugatele. Eliminate le parti finali e poi dividetele in due parti alla giuntura.

Mescolate in un piatto fondo il burro semifuso, la senape, il pepe di Cayenna e il sale necessario. In un altro piatto mescolate il pan grattato, il parmigiano.
Immergete le alette nel composto di burro, scolate l’eccesso e poi passatele nel piatto con il miscuglio pane e parmigiano. Deponetele le alette impanate in questo modo su una teglia antiaderente o di silicone, in modo che non si tocchino.Cuocete le alette nel forno caldo a 220 gradi per mezzora.
Accompagnate volendo con veli di cipolla pastellata

MORTADELLA DOLCE



MORTADELLA DOLCE

Ingredienti
200 gr.Biscotti savoiardo pistokkeddu (savoiardi morbidi)
Burro 250 gr
Cioccolato bianco 400 gr
Alchermes 2 cucchiai
pistacchi sgusciati


COME SI PREPARA
Sciogliete il cioccolato a bagnomaria. Versatelo in una ciotola e aggiungete gr. 250 di burro, l'alchèrmes, metà dei biscotti tritati e i rimanenti spezzettati, aggiungere al composto i pistacchi sgusciati.
Versate in uno stampo cilindrico a bordi alti del diametro di cm. 11 e riponete in freezer fino a quando la mortadella è solidificata (occorreranno circa 2 ore) oppure modellate a mano e avvolgete nella carta forno l'impasto.
Affettatela non troppo sottile, distribuitela nei piatti e conservate in frigorifero.

Cozze in salsa escabeche

Cozze in salsa escabeche

Piatto facilissimo da realizzare, e di sicuro effetto anche se è un semplice sugo di pomodoro a cui io aggiungerei il peperoncino o la paprika ed eviterei il pepe.





Ingredienti

1. Cozze fresche 2 kg

2. Cipolle 2

3. Aglio, spicchi 1

4. Olio di oliva 2 cucchiai

5. Pomodori 1 kg

6. Sale q.b.

7. Pepe q.b.

8. Prezzemolo q.b.
 

Preparazione

Lavate bene le cozze e fatele aprire dentro una pentola al vapore.Togliete i gusci, filtrate il liquido rilasciato e mettetelo da parte.

Tagliate le cipolle, l'aglio e soffriggeteli con l'olio d'oliva, sino a che cipolla comincia a dorarsi.

Aggiungete i pomodori pelati, senza semi e tagliati a pezzetti, cuoceteli sino a che il pomodoro si disfa.

Aggiungete le cozze ed il liquido messo da parte.Condite con il sale, il pepe ed il prezzemolo tritato.

Cuocete il tutto a fuoco lento per 5 m.